By-Pass in minitoracotomia sinistra senza circolazione extracorporea
L’intervento cardiochirurgico meno invasivo possibile
Quando la coronaria principale del cuore (IVA: InterVentricolare Anteriore) è gravemente malata, cioè presenta una grave stenosi o un’occlusione completa, il cardiologo discute collegialmente con il cardiochirurgo le varie possibilità di cura.
Se la stenosi presenta caratteristiche favorevoli si può procedere ad un tentativo di dilatazione dell’arteria stessa (angioplastica) associato all’impianto di uno stent che renda la procedura più durevole nel tempo.Se le caratteristiche sono sfavorevoli si procede all’esecuzione di un by-pass con l’impianto dell’arteria mammaria interna (un’arteria posta all’interno del torace) sulla coronaria a valle del punto malato.
Normalmente l’intervento classico prevede l’apertura del torace (sternotomia), l’impianto della circolazione extracorporea (la macchina cuore-polmoni) e l’arresto del cuore per il tempo necessario all’esecuzione del by-pass. Tale intervento praticato con successo da circa 25 anni ,è una metodica affidabile eseguita in tutti i Centri del mondo. Le complicanze sono abbastanza limitate e il rischio di mortalità è in mani esperte inferiore al 2%.
L’invasività per il paziente è tuttavia piuttosto elevata poiché prevede un accesso chirurgico ampio con un’incisione di circa 20cm, la sezione dell’osso sternale , la circolazione extracorporea potenzialmente dannosa per le cellule del sangue.la coagulazione,i reni, i polmoni e le cellule cerebrali e l’arresto cardiaco,una condizione anomala per il tessuto cardiaco che rimane privo di sangue per un certo periodo di tempo.
Dal 1997 il Dr Alberto Repossini presso la Cardiochirurgia di Humanitas Gavazzeni esegue un intervento molto moderno che consente di rivascolarizzare la coronaria principale del cuore con l’arteria mammaria sinistra senza sternotomia, senza circolazione extracorporea e senza arresto cardiaco. L’invasività ed i rischi per il paziente sono quindi molto ridotti ed i risultati sovrapponibili alla tecnica convenzionale. A tutt’oggi sono stati effettuati circa 600 interventi con una mortalità del 2 per mille, dieci volte inferiore alla tecnica convenzionale.
L’intervento (guarda il video), che viene eseguito in anestesia generale (ma che per casi particolari può essere eseguito anche in anestesia epidurale) (guarda il video) dura circa un’ora e consiste nel praticare una piccola incisione (7 cm) nel solco sottomammario a sinistra, nel prelievo dell’arteria mammaria interna sinistra e nel suo impianto sulla coronaria IVA a cuore battente senza circolazione extracorporea.
In generale, in assenza di complicanze, il paziente può essere dimesso dalla rianimazione dopo l’estubazione e trasferito in reparto. Verrà dimesso dopo qualche giorno e potrà riprendere la sua normale attività dopo due settimane.
Questa tecnica può essere applicata anche in pazienti con altre lesioni coronariche oltre all’IVA. Successivamente all’intervento chirurgico infatti il cardiologo interventista rivaluterà il caso e procederà se necessario al trattamento mediante angioplastica delle altre lesioni coronariche per il completamento della rivascolarizzazione (approccio combinato o ibrido).
Dr. Alberto Repossini
Cardiochirurgo